Non c’è una motivazione che possa giustificare il disimpegno anche se non ci piace la politica.

Arriverà il giorno nel quale si voterà per le politiche. La prima cosa è andare in massa a votare. Detto questo, quando si starà per tracciare quella croce, che insieme a tante altre determinerà l’assetto politico della successiva legislatura, vorrei che nella vostra mente vi passassero le immagini della Meloni che in Spagna si lancia in deliri di onnipotenza, di un Salvini che dice tutto ed il suo contrario, anche nel sud, colpevole di avere buttato a mare un governo dalle potenzialità enormi; di un Berlusconi che ha ancora la faccia tosta di pretendere un 20%; altri che si proporranno come risolutori e coerenti pur avendo percorso autostrade di incoerenza; avvezzi alla politica che promettono quello che avevano promesso anni prima e di un Giuseppe Conte che “venuto dal nulla” ha disorientato il sistema fino a quando lo stesso sistema è riuscito a disarcionarlo da Palazzo Chigi. Dobbiamo rimetterlo alla Presidenza del Consiglio con forza. Chi resta a casa e non va a votare per una cosa o per l’altra fa il gioco degli avversari e non potrà lamentarsi se le cose non andranno come vorrebbe. Il parlamento è la rappresentazione mediana della società e nella società ci sono pure quanti operano in malafede. Questi ultimi si coalizzano in tutte le tornate elettorali per mandare in Parlamento chi opera senza disciplina e senza onore. Se migliora la società migliora anche il Parlamento. Ne consegue che se a votare ci vanno solo quanti in malafede sarà molto più difficile tentare di risolvere problemi. Non si può restare a casa. Non c’è una motivazione che possa giustificare il disimpegno anche se non ci piace la politica. Quindi occhio alla penna e avanti. Viva noi, viva tutti noi!

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