M5S: Il nostro unico obiettivo deve essere quello di dare risposte concrete agli italiani, ai lavoratori e alle imprese. Dobbiamo rendere più solide le fondamenta del nostro sistema produttivo. Oggi siamo chiamati a governare e superare questa crisi con una visione a lungo termine. Perdere tempo sarebbe imperdonabile

Unico obiettivo: dare risposte concrete agli italiani, ai lavoratori e alle imprese.

Quella di sabato scorso è stata una Festa dei Lavoratori diversa, per il secondo anno consecutivo. Mai avremmo immaginato in passato di dover pensare al mondo del lavoro e dell’impresa come stiamo facendo in questi mesi; anzi da oltre un anno. Questo Decreto Sostegni va inteso come un grande supporto non solo a tutte le aziende, imprese o liberi professionisti, ma come l’ennesima valida spinta per la sopravvivenza dell’intero tessuto produttivo e lavorativo italiano. 

Come ho già sottolineato in precedenti miei interventi in questa aula il provvedimento odierno è la naturale prosecuzione del buon lavoro iniziato con il Governo Conte II. Inizialmente ci fu un Decreto Liquidità per dar sostegno a tutte le imprese italiane; poco prima il Cura Italia e subito dopo il Decreto Rilancio per supportare tutti i lavoratori italiani bloccati dalla crisi pandemica con ristori a fondo perduto. Dopo l’estate dello scorso anno arrivò il decreto agosto seguito da quattro decreti ristori, poi confluiti in un unico testo. Non lasciammo soli i nostri cittadini. E non li lasceremo soli mai e a maggior ragione adesso. Le istanze che ci arrivano quotidianamente sono due: riaperture e sostegno. Le prime stanno arrivando con la necessaria prudenza, perché nessuno ha interesse a rendere più complicata l’esistenza di chi sta in difficoltà e certe strumentalizzazioni per intestarsi cose già stabilite da tutti m’indignano!   Sugli aiuti si continua a lavorare giorno dopo giorno per garantire a tutti adeguato sostegno.

Come vedete questo Decreto, a cui seguirà anche un secondo testo di supporto economico, è una norma necessaria per la stessa sopravvivenza del nostro tessuto economico. La storia è l’unico metro di paragone a cui possiamo riferirci per valutare le azioni che stiamo compiendo. Stiamo attraversando la più grave crisi economica dal Dopoguerra. Allora fu grazie agli aiuti statunitensi, con il piano Marshall, a permettere la ripartenza roboante della nostra economia. La differenza rispetto ad allora è che gli anticorpi per contrastare una crisi economica ce li siamo costruiti in casa. La costituzione di un’Unione Europea forte e unita ha permesso di strutturare meccanismi che ci permetteranno di uscire da questa crisi con le nostre sole forze.

Se uniamo gli sforzi economici fatti negli scorsi mesi con diversi scostamenti di bilancio ai fondi ingenti che arriveranno dall’Europa con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ecco che possiamo guardare con più fiducia agli anni a venire 

Anzi, voglio essere più netto. DOBBIAMO guardare con fiducia ai prossimi mesi. Ci sono interi settori produttivi che chiedono certezze. Colleghi, spesso mi sono speso per portare in Parlamento le istanze del settore fieristico e anche oggi desidero farlo lanciando però un monito: sappiate che se perderemo tempo, rimanendo nell’indecisione, perderemo quote di mercato a favore di piazze estere che si stanno già riorganizzando. Già abbiamo perso tempo per un’assurda crisi di governo che grida ancora vendetta! Non aggiungiamo danno a danno!

Sono felice che in Autunno ripartiranno grandi appuntamenti fieristici internazionali che da sempre si svolgono in Italia. A settembre riapriranno i battenti il Salone del Mobile di Milano e il Cersaie a Bologna. Un appuntamento, quello del settore della ceramica, che conosco molto da vicino e che da sempre è stato nodale per l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Il settore ceramico vive di un momento molto delicato, con i costi produttivi che salgono anno dopo anno, per l’incremento del costo delle materie prime e dei pallet, e che rischiano di minare la ripresa. 

Non ha aiutato il blocco totale per oltre un anno delle fiere nostrane e internazionali. Per settori come la ceramica l’export vale l’80% del fatturato. Solo dando certezza sul futuro potremo difendere questa nostra leadership a livello globale.

Personalmente ho presentato diversi emendamenti a questo testo per sostenere il settore. Soddisfatto che ne sia passato almeno uno, presentato anche dal collega Collina, insieme ai colleghi Croatti, Castaldi, Trentacoste, Briziarelli, Modena, Angrisani, Marinello, Parrini, Agussori, Lonardo e supportato anche dal collega Cassese della Camera, per sostenere una nicchia, piccola ma importante: quella della ceramica artistica.

L’emendamento incrementa di 2 milioni di euro il fondo previsto dal DL Rilancio per sostenere il comparto della ceramica artistica e tradizionale rendendo disponibili 4 milioni di euro che potranno essere utilizzati dal settore nel 2021. In un Paese come il nostro, con una tradizione artigiana fortemente radicata nei territori e una vocazione artistica importante, questa è veramente una buona notizia. 

Per il comparto fieristico avevo presentato anche altre due proposte che rispondevano a due diverse esigenze. Due temi sui quali voglio sollecitare risposte urgenti dal Ministero dello Sviluppo economico: il primo riguarda i lavoratori dell’indotto fieristico che da mesi sono senza stipendio e senza lavoro. Ricordo che allestitori, comparto sicurezza, falegnameria, solo per citarne alcuni, impiegano personale con contratti di varia tipologia, spesso a chiamata diretta solo per gli eventi.

La seconda necessità da valorizzare è l’attrazione di visitatori esteri interessati a partecipare ad eventi fieristici sul nostro territorio. Come ho già sottolineato è dall’estero che questo settore trova gran parte del proprio sostentamento.

Come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto l’internazionalizzazione delle nostre imprese: il Ministro Di Maio ha sempre investito su questo. Spero che il Governo voglia continuare su questo sentiero.

Cito anche un’altra proposta emendativa approvata a questo testo: una norma per valorizzare l’ambiente e ridurre speculazioni economiche su di esso. Un emendamento che esclude dagli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili tutti quegli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati a biogas e biomasse, nonché gli impianti per la produzione di biometano, che siano in infrazione rispetto alle normative europee o che facciano approvigionamento di materie prime in territori diversi del Paese. 

Colleghi, concludo auspicando che in quest’aula ci sia la più ampia convergenza sull’approvazione di questo testo. Abbiamo licenziato la scorsa settimana l’ennesimo scostamento di bilancio; nessuno può sottrarsi dal trasformare quello scostamento in aiuti rapidi e concreti. Il nostro unico obiettivo deve essere quello di dare risposte concrete agli italiani, ai lavoratori e alle imprese. Dobbiamo rendere più solide le fondamenta del nostro sistema produttivo. Oggi siamo chiamati a governare e superare questa crisi con una visione a lungo termine. Perdere tempo sarebbe imperdonabile

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